domenica 31 maggio 2020




UNO SPETTRO SI AGGIRA PER IL MONDO L’OLTRE-UOMO
    
       

di Mauro Pasquinelli e Eos

L’umanoide è precipitato in una evidente raccapricciante condizione sub animale. Forse ne è felice? Quanti sorrisi, quanti like, quanti selfie!


L’animale è casto nella fecondazione e nella generazione della specie. Non inquina il Mistero della creazione, sapendosi conformare alla suprema legge di natura. L’animale procrea, si accoppia in determinati periodi di cui la costellazione è simbolo: sperimenta il sesso nella castità pura adamantina quale Rito cosmico.

«Non c’è retorica che prolunghi l’amore tra le anime oltre l’istante in cui la carne si placa»: Nicolas Gomèz Dàvila, Tra poche parole, hi economizzano la loro energia per scelte autentiche». [Nicolas Gòmez Dàvila, Tra poche parole, Adelphi 2007,p. 55].

L’uomo attuale, particolarmente quello d’Occidente, divorato da un vampirismo illusorio ed edonistico sprofonda in ogni sua manifestazione nel deliquio della voluttà, nell’allucinazione sensualistica ed utilitaristica. Dal sesso all’alimentazione, dall’amministrazione politica allo sport, dalla caccia alla guerra l’umanoide sprigiona una maniacale volontà di potenza che lo predispone a dominare la natura e l’altro da sé. Nel regno della Tecnica la sua intelligenza e razionalità strumentale è elevata esponenzialmente al servizio della sua brama di possesso ed arricchimento.

«Pochi economizzano la loro energia per scelte autentiche».
[Nicolas Gòmez Dàvila, Op. Cit. p. 84.]

Il cosmo, misurato armonico rituale, stuprato dalla brama de-energizzata, de spiritualizzata del caòs umanoide. Questa la bomba spirituale e sistemica destinata a seppellire l’inciviltà dell’umanoide.

«La tragedia moderna non è la tragedia della ragione sconfitta, ma della ragione trionfante. La solitudine dell’uomo moderno nell’universo è la solitudine del padrone tra schiavi silenziosi».
[Nicolas Gòmez Dàvila, Op. Cit., p. 85.]

Il paesaggio tecno-macchinico dell’oltre uomo in cui siamo stati gettati è sconfortante. Sembra che una mano diabolica (la mano invisibile e rovesciata di Smith) abbia concepito il mondo in cui viviamo fino nei dettagli più minuti per renderci impotenti e schiavi della megamacchina turbocapitalista. Anche la barbarie gli gioca a favore e noi siamo solo delle vox clamantis in deserto, un deserto coltivato e voluto dagli stessi individui macchinizzati in schiavi volontari. La peggiore dittatura è quella nella quale non ti accorgi di esserci e hai interiorizzato la convinzione che essa e’ la migliore soluzione per te.

L’umanoide macchinico, l’oltreuomo de-spiritualizzato, l’automa baumiano del cresci-consuma-crepa non contempla più il cielo stellato né il mistero della vita, coltiva solo il proprio deserto interiore. Ha smarrito la fede per qualsiasi idea per cui valga la pena lottare. Detesta l’hegeliana fatica del concetto. Ossessivamente ingurgita e condivide immagini dalla sua spettrale poltrona! Confinato in un insignificante presente virtuale, dimentico del passato, privato della posterità a cui non ha nulla da raccontare precipita nell’afasia e nell’automatismo tipico dello stadio di incoscienza della macchina, gradino ben inferiore a quello dell’animale e del vegetale. Uno spettro si aggira per il mondo è l’oltreuomo!

Siamo così allo stadio dell’uomo spettatore della propria impotenza, della propria incapacità di amare, che finisce per demandare ogni suo nobile tradizionale compito alla Tecnica: il guerreggiare, il fare sesso virtuale, il lavorare, il produrre. Tutto è assolutismo mondialista della Tecnica! Ma ciò non durerà. Resisteranno le Cattedrali, resisteranno i Ricordi di Uomini che lottarono, resisterà il Mito, resisteranno le Parole, ovvero la Parola-Lògos: ma ciò che l’uomo moderno ha creduto illusoriamente di produrre sarà annientato gradino dopo gradino. Poveri stolti, poveri dementi coloro che credono nell’immortalità umanoide su base meccanica macchinica. Allora sarà la Catastrofe.


La Catastrofe ci invase indelebilmente, come italiani, con il cosiddetto “boom economico” del dopoguerra, che ha configurato al massimo grado una prassi di “crescita” predatoria e nichilista nei confronti della natura e degli animali. Una prassi giustificata e protetta da astratti nomi, mai concettualmente precisi, mai concettualmente definiti, quali “benessere”, “progresso”, “ricerca scientifica”, “democrazia”, “libertà”, “diritti”, che mostra come il Nominalismo di Guglielmo di Ockham, poi perfezionato da Hume e dal neo-protestantesimo soggettivista, borghese, del pur grande Immanuel Kant, sia tutt’oggi la bandiera della filosofia della prassi del Mondialismo e della Tecnocrazia postumana.

“Anima è quel che nasce nelle cose quando durano”.
[Nicolas Gòmez Dàvila, Op. Cit., p. 95]


20 ottobre 2017

Nessun commento:

Posta un commento

UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’ PER LA VERITÀ di Maria Luce    Il nucleo epidemiologico comitato tecnico scientifico (CTS) che opera al servizio d...